A volte gironzolando fra le macchine da stampa capita di soffermarsi a pensare ma chi l’ha inventante e come si è evoluta la stampa? A noi piace farlo ripensando un po’ alla storia della tipografia Francinetti.
L’esordio della stampa nasce nel lontano 1400 quando il tedesco Johann Gensfleish, detto Gutenberg dal paese di provenienza, realizza la prima macchina tipografica modificando un torchio per la spremitura dell’uva. Tuttavia, la stampa tipografica non è nata dall’intuito di un genio, o dalla fantasia di un artista, ma è il frutto di un laborioso lavoro di squadra, di ricerche svoltesi nei laboratori europei durante tutto il rinascimento. La massima diffusione della stampa in Europa avvienne grazie al sacco di Magonza, 1462, che generò una grave alla recessione economica della città e la conseguente fuga dei tipografi, permettendo così la diffusione della stampa in tutta Europa. Infatti tra il 1460 e il 1470 aprono stamperie nel resto della Germania, a Parigi, ma soprattutto in Italia, a Venezia, Foligno, Roma e Subiaco ove iniziarono la stampa dei primi libri Italiani. È in Italia che si crea il carattere Cicero, esso indica un carattere di corpo 12, il quale divenne il corrispondente della riga tipografica fino alla fine del novecento. Il nome Cicero individuava, infatti, il carattere utilizzato per la stampa del “De oratore” di Cicerone nel 1468 e da qui il nome del carattere.
Il torchio di stampa per circa tre secoli è la macchina per stampare. L’innovazioni consistono solo nel utilizzo diverso di materiali per realizzarlo si passa infatti dalla vite in legno, alla vite in ottone di Danner di Norimberga giungendo fino al torchio in ferro fuso dell’inglese Lord Stanhope nel 1798, inventore anche di un più efficace sistema di pressione, che diventa fonte d’ispirazione per l’americano Clymer e il suo famoso Torchio Columbia.
Il signor Sady francinetti ne acquista uno nel 1920 contemporaneamente a una piano cilindrica e inizia la propria produzione con la moglie Anita.
È un torchio del 1875 ancor oggi conservato e funzionante.
Le modifiche dei torchi permettono alla tipografia di essere più efficace e di produrre stampe di miglior pregio, ma non di essere efficiente non riuscendo a soddisfare totalmente la “domanda di carta stampata”. La diffusione dei giornali, soprattutto dei quotidiani, rende necessario sostituire i lenti torchi a leva, la cui tiratura era di 300 copie l’ora, con quello meccanico di Koenig e di Eisleben, realizzato per stampare in breve tempo un maggior numero di copie, infatti la tiratura riusciva ad arrivare fino un massimo di 1000 copie l’ora. Essendo però molto ingombrate, viene sostituito quasi subito con nuova macchina progettata da Koenig insieme a Bauer: una piana con i cilindri di pressione accoppiati, successivamente perfezionata fino ad arrivare alla macchina da stampa a due giri con rotazione continua, l’antenata della piano-cilindrica a vapore nell’ottocento in piena rivoluzione industriale.
La costruzione di queste macchine sempre più perfezionate grazie all’invenzione dell’energia elettrica e di conseguenza dell’elettronica continuerà per tutta la prima metà del 1900. A fianco, vi proponiamo la riproduzione della proposta d’acquisto alla ditta Francinetti di una Tipografica Piana “M A N” acquistata negli anni 1940 dal signor Sady.
Se si deve a Guttemberg l’invenzione del torchio e l’inizio della stampa industriale, all’Italiano Auguste Hippolyte Marinoni si deve il merito dell’introduzione del colore nella stampa. Egli è un grande inventore ed imprenditore: sua è la prima pressa a due cilindri (detta a reazione), che stampa 1500 fogli l’ora; partecipa allo sviluppo della rotativa a bobine e lastre cilindriche; ed infine nel 1889, intuendo con grande anticipo l’importanza del colore, dà vita alla prima rotativa a quattro colori permettendo la stampa a quattro colori come ancor oggi viene realizzata. Sovrapponendo i quattro colori ciano, magenta, giallo e nero si può riprodurre un’immagine stampata con tutte le tinte e le sfumature desiderate.
Le piano cilindriche saranno utilizzate, per la stampa, fino alla prima metà del novecento, mentre oggi sono utilizzate per la realizzazione di lavori particolari come lo sbalzo a secco.
Vi proponiamo la “mitica Super Egeria” costruita dalla Fabbrica italiana Nebiolo nella città di Torino ed acquistata dal sig Sady e Amino Francinetti nel 1950.
Un altro momento importante dell’evoluzione della stampa è nel 1960, con l’introduzione della stampa offset: la stampa diretta propria del piombo viene sostituita dalla stampa indiretta, metodo utilizzato ancora oggi. La stampa non avviene più per contatto diretto tra la forma di piombo inchiostrata e il foglio, come avveniva per i torchi e per le piano cilindriche, ma tramite un un processo indiretto: cioè la forma di stampa, detta lastra, inchiostrata viene prima trasferita ad un cilindro intermedio rivestito di un tessuto gommato detto “caucciù” e successivamente sulla carta, creando la stampa offset, un processo di stampa estremamente definito e ad alta risoluzione.
Negli anni 1970 inizia la vera rivoluzione tecnologica dell’informatica che “entra di prepotenza” nel mondo dell’editoria, si passa dai video impaginatori dedicati unicamente all’impaginazione all’introduzione dei personal computer; la stampa si trasforma da offset a stampa digitale: nuova rivoluzione tecnologica di stampa dopo l’offset.
Rispetto ai tradizionali sistemi tipografici ed alla sua enorme diffusione negli anni 1990, la stampa digitale introduce: flessibilità; la possibilità di personalizzare il singolo stampato; l’utilizzo di una grande varietà dei supporti: oltre alla tradizionale carta e cartoncino si stampano materiali come pvc, forex, plexiglas… Anche la prestampa per l’offset viene velocizzata con l’utilizzo dei plotter per la realizzazione delle lastre che hanno una maggior definizione e qualità di stampa; ecco uno degli ultimi acquisti della Sady Francinetti, un CTP per la scrittura di lastre ProT, cioè senza utilizzo di chimica.
Negli anni 2000, nell’epoca della comunicazione multimediale e del web, la stampa cartacea resiste e resta ancora uno degli strumenti privilegiati per la diffusione di contenuti, e si introduce il concetto d tipografia online: cioè la possibilità di scegliere, comodamente dal mio posto di lavoro, o da casa, quale sistema di stampa utilizzare: offset o il nuovo sistema digitale?
La diffusione e l’utilizzo dei pc, smartphone o tablet ha permesso una maggior flessibilità e maggior possibilità di scelta sia per i privati che per le aziende. Duttilità e flessibilità sono le nostre due nuove caratteristiche che ci permettono di azzerare sia le barriere di comunicazione che del tempo e permettono ai nostri clienti di ottenere stampati ad un costo ridotto e in tempi di realizzazione certi e limitati, senza rinunciare mai alla qualità e professionalità che ci contraddistinguono.
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